LUIGI ARMANDO OLIVERO
Ezra Pound ( 1885 ~ 1972) in un ritratto risalente agli anni '60
Rondò dle masche L'Alcyone, Roma, 1971
Ij faunèt Il Delfino, Roma, 1955
Articoli di Giovanni Delfino riguardanti Luigi Olivero pubblicati su giornali e riviste
Le poesie di Luigi Armando Olivero (Seconda parte)
Le poesie di Luigi Armando Olivero (Terza parte)
Poesie di Luigi Olivero dedicate allo sport
Nel tardo autunno del 1934 Luigi Olivero è a Londra a China Town in una fumeria d’oppio accompagnato dall’amico poeta gallese Dylan Thomas, cui dedicherà la poesia Le stra. Olivero racconta:
Quarta edizione di Babilonia stellata. Ceschina Editore, Milano 1943
Prima pagina di dattiloscritto autografo di Ezra Pound diretto a Luigi Olivero. Originale presso la Yale University nel Connecticut. Ottenuto in copia dal Prof. Giuseppe Goria che, gentilmente, lo ha messo a mia disposizione.
Ecco ora un lungo articolo di Olivero dedicato all'amico Ezra Pound.
Ezra Pound
Malgrado la politica, Ezra Pound ha sempre goduto e gode in Italia d'una buona stampa e dell'affettuosa fedeltà di un suo vasto pubblico intellettuale. Eccellente dimostrazione che il buonsenso, di quando in quando, ha degli inattesi guizzi di ottima salute: tanto da essere in grado, come in questo caso, di riconoscere alla poesia almeno un punto di vantaggio sulla politica.
In Italia non si è mai capito bene il comportamento della democraticissima America nei confronti del suo massimo poeta vivente: e molte voci autorevolissime, di ogni parte politica, si sono a volte elevate, da noi, per indurre il Governo di Washington a voler opportunamente riesaminare il drammatico e paradossale «caso Pound». È noto, ma non a tutti, che la gioviale, umanitaria, civilissima America detiene dal 1945 l'ormai settantatreenne Ezra Pound in un manicomio criminale, senza che referti medici e senza che un regolare processo ne abbiano mai giustificato l'internamento. Chi scrive, ha conosciuto in Inghilterra, e, successivamente, frequentato a Parigi e a Roma Ezra Pound. Non ha mai avuto la più infinitesimale impressione che fosse un pazzo o un criminale. Era, ed è, uno stravagante sognatore, un uomo di sterminata cultura classica e moderna, occidentale e orientale, un poeta di razza prometeica, e, politicamente, un uomo di costituzionale, sincera, eterna opposizione. L'America ha compreso benissimo il suo alto valore letterario, costituendo un'«Associazione degli Amici di Ezra Pound» per la divulgazione delle sue opere e assegnando anche al detenuto «pazzo criminale» il governativo Premio Bollingen 1949 per i suoi stupefacenti «Canti Pisani» (pubblicati nel 1954, in ottima traduzione italiana con il testo a fronte, dall'editore Ugo Guanda di Modena). Questi «Canti Pisani» sono l'opera più estrosa e vigorosa di tutta la poesia americana e furono scritti, in gran parte, mentre l'autore si trovava in un campo di prigionia a Pisa, rinchiuso in una gabbia da animali e avendo la sua persona esposta, durante la notte, ad una luce accecante di riflettori convergenti. Supplizio in Italia e successiva detenzione in America impostagli per aver parlato alla radio italiana e scritto, in tempo di guerra, contro il sistema organizzato dell'alta banca internazionale, nonché per educare i suoi compatrioti all'etica confuciana, e, al tempo stesso, per richiamarli ai principi di Thomas Jefferson, di John Adams e della Costituzione Americana.
Nelle frequenti conversazioni che ebbi con lui, non gli udii mai pronunciare una sillaba contro il suo Paese: ed ebbi sempre l'impressione che, politicamente, egli coltivasse piuttosto un socialismo intellettuale, democratico e persino utopistico nelle sue finalità, ma con una base contingente di critica e di revisione sociale sul terreno pratico, documentato e polemico, alla Upton Sinclair. Sarebbe tempo che l'America rimettesse in libertà questo vegliardo che non ha mai fatto del male a nessuno e che tutto il mondo onora: a incominciare dall'Inghilterra la quale, ad opera del suo maggior poeta vivente, T. S. Eliot, raccoglie e diffonde amorevolmente i suoi scritti. Come questo primo volume dei suoi «Saggi letterari» - selezionati da quattro dei suoi sei volumi critici, nonché da giornali e riviste sperimentali divenuti ormai introvabili - che Aldo Garzanti pubblica in elegantissima edizione italiana, nell'accurata traduzione di Nemi d'Agostino.
Giustamente Eliot sostiene che, da questi saggi (e dagli altri che raccoglierà in seguito) del Pound, uscirono due generazioni di poeti anglo-americani, non più aulici o individualisti, ma coscienti delle nuove istanze etiche e sociali proposte in sede poetica e dibattute in sede critica dal Pound. Lo stesso Eliot, nel decennio 1910-1920, si nutrì della potente midolla leonina di questi scritti polemici e didattici e ad essa deve la sua formazione poetico-culturale. Egli definisce l'energetica critica del Pound «la più importante critica contemporanea nel suo genere» e riconosce che il suo autore contribuì, con la propria poesia, a scatenare la «rivoluzione poetica del secolo ventesimo». Questo primo volume è diviso in tre parti che abbracciano diverse epoche della predicazione messianico-letteraria del Pound. La prima concerne «L'Arte e la Poesia», la seconda «La Tradizione», la terza «I Contemporanei».
Si potrebbe ravvisare, in queste prose scarne e balzanti, l'autobiografia interiore del Pound: la storia dei suoi enciclopedici interessi, dei suoi studi d'un eclettismo ragionato e profondo, delle sue simpatie e antipatie, dei suoi scatti d'insofferenza e anche collerici, ma, soprattutto, del suo violento, stratosferico amore per la poesia, per la bellezza, e, purtroppo, per l'irraggiungibile giustizia sociale: della quale egli ha voluto farsi temerario campione, contandone, a 73 anni, la dedizione assoluta di tutta la sua vita nomade, con una detenzione manicomiale che perdura da 18 anni: senza che ormai si speri più di vederlo restituito a libertà, magari in Italia, nella sua diletta Viareggio, se l'America ufficiale ha - come dimostra di avere - paura di tenersi a piede libero questo innocuo, genialissimo, ultrasettuagenario «pazzo criminale» anticonformista.
In uno dei suoi migliori saggi, del 1918, Ezra Pound aveva scritto queste parole singolarmente profetiche e che assumono oggi un valore di perfetta antiveggenza del suo destino: «Gli artisti sono le antenne della razza, ma la moltitudine dalla testa di piombo non imparerà mai ad aver fiducia nei suoi grandi artisti. È compito dell'artista rendere l'umanità cosciente di se stessa... La moltitudine fastidiosa degli sciocchi non imparerà mai a distinguere la mano destra dalla sinistra, non cercherà mai di scoprire un significato. È sempre facile alla gente fare delle obiezioni a ciò che non ha tentato di capire.».
LUIGI OLIVERO
Articolo tratto da Graal Rivista Internazionale d'Arte e Pensiero fondata e diretta da Hrand Nazariantz, Bari Anno VI N° 3, giugno 1957.
NOTA
Ezra Pound fu rimesso in libertà, affidato però alla custodia della moglie, il 18 aprile 1958. A luglio si imbarcò sulla Cristoforo Colombo e rientrò in Italia stabilendosi a Tirolo di Merano.
Amo pensare che un piccolo contributo alla liberazione di Ezra Pound sia stato dato anche dall'articolo di Olivero, pubblicato il precedente anno, qui sopra trascritto integralmente.
Segue un articolo del Prof. Giuseppe Goria apparso sul primo numero della nuova rivista L'escalina pubblicata ad Ivrea.
Ezra Weston Loomis Pound Hailey, Idaho 30 ottobre 1885 – Venezia 1 novembre 1972. Poeta e critico americano vissuto per lo più in Europa, ed in gran parte in Italia a Rapallo, Tirolo di Merano e Venezia. Fu uno dei protagonisti del modernismo e fu forza trainante di movimenti quali l’imagismo e il vorticismo. Dal 1941 al 1943 realizzò trasmissioni per la radio italiana in cui difendeva il fascismo e accusava angloamericani e banche ebraiche di aver voluto la guerra. Queste trasmissioni gli valsero da parte del governo americano l’accusa di tradimento. Durante la Repubblica Sociale Italiana (ottobre 1943 – aprile 1945) continuò la sua attività giornalistica in cui ribadiva la sua solidarietà al fascismo. Il 3 maggio del 1945 fu arrestato da partigiani italiani e consegnato a militari U.S.A. che lo rinchiusero in un campo di prigionia e rieducazione a Metàto presso Pisa. Per circa tre settimane fu rinchiuso in una gabbia di ferro posta all’aperto, al sole di giorno e alla luce accecante dei riflettori la notte. A fine novembre fu trasferito a Washington per il processo. Gli fu diagnosticata un’infermità mentale e fu recluso fino al 1958 nell’ospedale federale criminale St. Elizabeths di Washington. Il governo americano lasciò poi cadere l’imputazione di tradimento e sotto tutela e custodia della moglie riacquistò la libertà il 18 aprile del 1958. Rientrò in Italia a luglio sulla Cristoforo Colombo.
A lume spento poesie 1908, A Quinzaine for this Yule poesie 1908, Personae poesie 1909, Exultations poesie 1910, Provença poesie 1910, The Spirit of Romance saggi 1910, Canzoni poesie 1911, Rispostes of Ezra Pound poesie 1912, The fourth Canto poesie 1919, Le Testament opera musicale 1923, A Draft of the Cantos 17-27 poesie 1928, A Draft of XXX Cantos poesie 1933, Cavalcanti opera musicale 1933, Homage to Sextus Propertius poesie 1934, Cantos LII-LXXI poesie 1940, The pisan Cantos poesie 1948 (Canti pisani 74-84 1953), Seventy Cantos poesie 1950, Section Rock-Drill 85-95 de los Cantares poesie 1956, Thrones 96-109 poesie 1959, The Cantos 1-109 poesie 1964, Drafts and Fragments: Cantos CX-CXVII poesie 1968.
Presso la Yale University, tra le carte conservate di Ezra Weston Loomis Pound, nella sezione General Corrispondence Serie I sono presenti tre lettere autografe di Ezra Pound indirizzate a Luigi Olivero. Trovansi al N° 1607 di catalogo, con la data 1943 seguita da punto interrogativo. (In terza appendice alla voce Babilonia stellata)